Questa è l'Africa che ho conosciuto 20 anni fa, vorrei vedere questi bellissimi bambini con più speranza davanti e non solo quella di sopravvivere giorno per giorno. Questi sono alcuni progetti realizzati con successo dal gruppo Watinoma sosteniamo i nostri bambini.
PROGETTO ZANZARIERE PER LA VITA:
Questa è la testimonianaza di una donna su quanto si può fare con poco impegno da parte nostra.
“Oggi (11 settembre 2009) il quotidiano "La Stampa" riassume il rapporto Unicef sulla mortalità infantile: in Africa la mortalità infantile sotto i 5 anni è scesa per la prima volta sotto i 9 milioni (annuali) grazie alla diffusione di zanzariere antimalaria e l'uso del latte materno. L'Unicef definisce le protezioni anti-zanzare il miglior investimento mai fatto. L'articolo chiama "miracoli silenziosi" quegli interventi che, con bassi costi, ma con azioni capillari e costanti, si rivelano molto più efficaci di tanti grandi progetti che alla lunga non sono sostenibili in paesi troppo poveri.
Grazie a tutti, allora, che (ma forse non lo ricordate già più...), anche con pochi euro avete collaborato al progetto dell' associazione Watinoma che da qualche anno distribuisce qualche centinaio di zanzariere a mamme con bambini piccoli in poverissimi villaggi del Burkina Faso. Io stessa ho partecipato a questa distribuzione: aiuti mirati, coinvolgimento delle madri, spiegazione dell'importanza di questa protezione ogni notte per tutti i bambini della famiglia, sono i migliori aiuti controil nemico numero uno dell'Africa, che provoca una morte ogni 30 secondi. - Cris
PROGETTO “GERMOGLI – AGRICOLTURA PER CRESCERE”: partito il nostro nuovo progetto agricolo
PROGETTO “GERMOGLI – AGRICOLTURA PER CRESCERE”
Relazione campo di lavoro agosto 2009
Ecco la relazione di Davide, coordinatore del progetto.
“Mi è stato chiesto di buttare giù 4 righe, una relazione, un sunto di quello che è stato fatto in 3 intense settimane di agosto, a Stone House, Koubri, Burkina Faso, Africa.
Mi è difficile tradurre in parole ciò che è successo, ciò che ho vissuto, ciò che si è fatto, le emozioni, i sentimenti, le ore passate e i giorni trascorsi, il sudore e gli sguardi, i colpi d’ascia e le risa, le relazioni tra le persone, le amicizie, i profumi e i gesti.
Ci proverò cercando di essere il meno noioso possibile sapendo di essere troppo “semplice” per chi questo campo di lavoro lo ha vissuto e troppo “incomprensibile” per chi non c’è stato.
Il viaggio per arrivare a Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha un non so che di consueto, di deja vù. E’ il mio terzo viaggio verso il “paese degli uomini integri” e i gesti che accompagnano questo ritorno li affronto con la sicurezza di chi questi gesti li ha già compiuti altre volte.
Milano Malpensa, Parigi Charles de Gaulle, teminal 2E, terminal 2F, dogane, controllo passaporti, bagagli, burocrazia e poi finalmente AFRICA !
E’ già buio quando arriviamo a Stone House, quartier generale dell’ Ass. Watinoma. I volti, anch’essi scuri, mi salutano. Ritrovo gli amici lasciati qualche mese fa. E sono scambi di abbracci e di “ca va’?” , di “bienvenue” e “ciao”.
Mangio qualche cosa e vado a dormire. Il giorno dopo mi sarà tutto più chiaro. Capirò veramente dove sono.
I 2 giorni di attesa passati ad aspettare affinché il gruppo del campo di lavoro giunga al completo trascorrono tra visite al campo, adattamento del vecchio progetto al nuovo terreno e ambientamento.
Giovedì 13 agosto ha finalmente inizio l’attività pratica sul campo. Si comincia ripulendo il terreno dalle erbe e dai Neem, alberi infestanti che hanno colonizzato parte dal terreno. Ne lasciamo alcuni che daranno ombra ai giovani alberi che piantumeremo. Iniziamo anche a scavare le buche che serviranno per i pali della recinzione, essenziale in un paese dove si pratica, soprattutto durante la stagione secca, l’allevamento allo stato brado.
Le mattine di lavoro proseguono scavando buche dove verranno messi a dimora gli alberi da frutto e ripulendo il terreno, lavoro impegnativo visto che gli alberi di Neem vengono sradicati a forza di piccone ed ascia. Lavoro che richiede parecchio tempo e tanta forza. Ma l’aiuto determinante dei ragazzi dell’ass. Watinoma e della gente accorsa dalle case vicine lo rende più sopportabile.
Al termine di ogni mattina di lavoro, quando il sole fa diventare più complicato ogni movimento, ha luogo il rito della “birra di miglio”. Un bidone, contenente appunto birra di miglio fatta artigianalmente, arriva al campo e il suo contenuto viene bevuto, a turno, in grosse “tazze” ricavate da zucche. E in quel momento ci si ferma a guardare il lavoro svolto.
Dopo una settimana di attività la recinzione è al suo posto, pronta a difendere le piccole piantine che iniziano ad essere messe a dimora nei buchi scavati in precedenza. Ora il progetto inizia a farsi più chiaro e concreto. Ora si inizia a intuire quello che un giorno sarà un bosco di alberi da frutta.
Sabato 22 agosto, mio ultimo giorno di questo campo di lavoro, oltre al consueto lavoro nei campi facciamo anche un breve spiegazione del progetto ai ragazzi di Watinoma e a tutta la gente che ci ha aiutato e che ci aiuterà. Ma le parole dette non sono nuove alle loro orecchie perché durante tutto il campo di lavoro lo scambio di informazioni, di consigli, di esperienze, è stato costante ed ha permesso al progetto di evolversi, di proseguire, coinvolgendo tutte le persone interessate.
La settimana successiva la mia partenza il lavoro è proseguito piantando altri alberi, terminando la posa della recinzione anche lungo il fiume che confina parzialmente con il terreno del progetto e sradicando ancora Neem.
Alla fine del campo di lavoro più di 300 alberi da frutto sono stati messi a dimora su una superficie di circa 5000 mq e i membri dell’ass. Watinoma hanno già iniziato a lavorare il terreno tra le piante per farne un orto.
Ora non resta che aspettare che la natura faccia il suo corso accompagnata e curata dagli uomini che ne trarranno beneficio da un suo uso attento e rispettoso.
Non resta che ringraziare sinceramente e con affetto tutte le persone che hanno partecipato a questa esperienza, nasarà e burkinabè e darsi appuntamento ad un prossimo incontro, in terra africana o italiana sapendo che “ il ben fatto non è mai perso”.
Un saluto, Davide” associazione http://www.coricancha.org/
Testimonianze:
“...ogni volta che ti chiedono com'è andata, rispondere senza esitazione e con la luce negli occhi "benissimo, bellissimo" lascia un po’ stupiti gli altri... ma voi capite fin troppo bene di cosa parlo... (Erika)”
“Per me è stato come svestire la mia identità e trovarne un'altra, più comoda, libera, autentica, è stato un ritorno alle origini … (Cristina)”
“Anche se siamo state delle piccole gocce nel mare delle necessità di quella splendida terra ABBIAMO RICEVUTO TANTO IN CAMBIO da tutti i Burkinabè grandi e piccini!!! (Donatella)”
“mal d'africa? ma no che dite si sta così bene in ‘sta città a lavorare e a respirare la durezza del primo mondo.....mannaggia...... nel cuore posso solo dire che la vita è meravigliosa, che il Burkina è meraviglioso, che Stone House è meravigliosa e che tutti voi, LO SIETE. (Silvia)”
“... mi manca quel mondo fatto di spontaneità e di emozioni, di semplicità da una parte, ma che ti costringe anche alla concretezza e alla pragmaticità dall'altra. Un mondo che, sento, mi ha dato tanto, più di quanto io possa aver dato a loro, al di là della solidarietà che mi ero proposta di portare. (Valentina)”
“I burkinabé sono un popolo ospitale ed allegro, in particolare i bambini ti regalano subito tutto ciò che hanno: un sorriso. Non possono far altro; i loro ventri sono gonfi dalla denutrizione, i loro vestiti laceri. Ma la tanta povertà materiale non fa che mettere ancora più in luce la ricchezza spirituale che traspare dai loro occhi. In più di un’occasione mi sono tornate alla mente le parole di Victor Hugo nei Miserabili: “Ho incontrato per via un giovane poverissimo … l’abito logoro … l’acqua gli passava attraverso le scarpe, e gli astri attraverso l’anima” (Francesco)”
RESOCONTO CAMPO DI LAVORO IN BURKINA FASO – Attività con i bambini e racconti dei partecipanti al campo
Questa è la testimonianaza di una donna su quanto si può fare con poco impegno da parte nostra.
“Oggi (11 settembre 2009) il quotidiano "La Stampa" riassume il rapporto Unicef sulla mortalità infantile: in Africa la mortalità infantile sotto i 5 anni è scesa per la prima volta sotto i 9 milioni (annuali) grazie alla diffusione di zanzariere antimalaria e l'uso del latte materno. L'Unicef definisce le protezioni anti-zanzare il miglior investimento mai fatto. L'articolo chiama "miracoli silenziosi" quegli interventi che, con bassi costi, ma con azioni capillari e costanti, si rivelano molto più efficaci di tanti grandi progetti che alla lunga non sono sostenibili in paesi troppo poveri.
Grazie a tutti, allora, che (ma forse non lo ricordate già più...), anche con pochi euro avete collaborato al progetto dell' associazione Watinoma che da qualche anno distribuisce qualche centinaio di zanzariere a mamme con bambini piccoli in poverissimi villaggi del Burkina Faso. Io stessa ho partecipato a questa distribuzione: aiuti mirati, coinvolgimento delle madri, spiegazione dell'importanza di questa protezione ogni notte per tutti i bambini della famiglia, sono i migliori aiuti controil nemico numero uno dell'Africa, che provoca una morte ogni 30 secondi. - Cris
PROGETTO “GERMOGLI – AGRICOLTURA PER CRESCERE”: partito il nostro nuovo progetto agricolo
PROGETTO “GERMOGLI – AGRICOLTURA PER CRESCERE”
Relazione campo di lavoro agosto 2009
Ecco la relazione di Davide, coordinatore del progetto.
“Mi è stato chiesto di buttare giù 4 righe, una relazione, un sunto di quello che è stato fatto in 3 intense settimane di agosto, a Stone House, Koubri, Burkina Faso, Africa.
Mi è difficile tradurre in parole ciò che è successo, ciò che ho vissuto, ciò che si è fatto, le emozioni, i sentimenti, le ore passate e i giorni trascorsi, il sudore e gli sguardi, i colpi d’ascia e le risa, le relazioni tra le persone, le amicizie, i profumi e i gesti.
Ci proverò cercando di essere il meno noioso possibile sapendo di essere troppo “semplice” per chi questo campo di lavoro lo ha vissuto e troppo “incomprensibile” per chi non c’è stato.
Il viaggio per arrivare a Ouagadougou, capitale del Burkina Faso, ha un non so che di consueto, di deja vù. E’ il mio terzo viaggio verso il “paese degli uomini integri” e i gesti che accompagnano questo ritorno li affronto con la sicurezza di chi questi gesti li ha già compiuti altre volte.
Milano Malpensa, Parigi Charles de Gaulle, teminal 2E, terminal 2F, dogane, controllo passaporti, bagagli, burocrazia e poi finalmente AFRICA !
E’ già buio quando arriviamo a Stone House, quartier generale dell’ Ass. Watinoma. I volti, anch’essi scuri, mi salutano. Ritrovo gli amici lasciati qualche mese fa. E sono scambi di abbracci e di “ca va’?” , di “bienvenue” e “ciao”.
Mangio qualche cosa e vado a dormire. Il giorno dopo mi sarà tutto più chiaro. Capirò veramente dove sono.
I 2 giorni di attesa passati ad aspettare affinché il gruppo del campo di lavoro giunga al completo trascorrono tra visite al campo, adattamento del vecchio progetto al nuovo terreno e ambientamento.
Giovedì 13 agosto ha finalmente inizio l’attività pratica sul campo. Si comincia ripulendo il terreno dalle erbe e dai Neem, alberi infestanti che hanno colonizzato parte dal terreno. Ne lasciamo alcuni che daranno ombra ai giovani alberi che piantumeremo. Iniziamo anche a scavare le buche che serviranno per i pali della recinzione, essenziale in un paese dove si pratica, soprattutto durante la stagione secca, l’allevamento allo stato brado.
Le mattine di lavoro proseguono scavando buche dove verranno messi a dimora gli alberi da frutto e ripulendo il terreno, lavoro impegnativo visto che gli alberi di Neem vengono sradicati a forza di piccone ed ascia. Lavoro che richiede parecchio tempo e tanta forza. Ma l’aiuto determinante dei ragazzi dell’ass. Watinoma e della gente accorsa dalle case vicine lo rende più sopportabile.
Al termine di ogni mattina di lavoro, quando il sole fa diventare più complicato ogni movimento, ha luogo il rito della “birra di miglio”. Un bidone, contenente appunto birra di miglio fatta artigianalmente, arriva al campo e il suo contenuto viene bevuto, a turno, in grosse “tazze” ricavate da zucche. E in quel momento ci si ferma a guardare il lavoro svolto.
Dopo una settimana di attività la recinzione è al suo posto, pronta a difendere le piccole piantine che iniziano ad essere messe a dimora nei buchi scavati in precedenza. Ora il progetto inizia a farsi più chiaro e concreto. Ora si inizia a intuire quello che un giorno sarà un bosco di alberi da frutta.
Sabato 22 agosto, mio ultimo giorno di questo campo di lavoro, oltre al consueto lavoro nei campi facciamo anche un breve spiegazione del progetto ai ragazzi di Watinoma e a tutta la gente che ci ha aiutato e che ci aiuterà. Ma le parole dette non sono nuove alle loro orecchie perché durante tutto il campo di lavoro lo scambio di informazioni, di consigli, di esperienze, è stato costante ed ha permesso al progetto di evolversi, di proseguire, coinvolgendo tutte le persone interessate.
La settimana successiva la mia partenza il lavoro è proseguito piantando altri alberi, terminando la posa della recinzione anche lungo il fiume che confina parzialmente con il terreno del progetto e sradicando ancora Neem.
Alla fine del campo di lavoro più di 300 alberi da frutto sono stati messi a dimora su una superficie di circa 5000 mq e i membri dell’ass. Watinoma hanno già iniziato a lavorare il terreno tra le piante per farne un orto.
Ora non resta che aspettare che la natura faccia il suo corso accompagnata e curata dagli uomini che ne trarranno beneficio da un suo uso attento e rispettoso.
Non resta che ringraziare sinceramente e con affetto tutte le persone che hanno partecipato a questa esperienza, nasarà e burkinabè e darsi appuntamento ad un prossimo incontro, in terra africana o italiana sapendo che “ il ben fatto non è mai perso”.
Un saluto, Davide” associazione http://www.coricancha.org/
Testimonianze:
“...ogni volta che ti chiedono com'è andata, rispondere senza esitazione e con la luce negli occhi "benissimo, bellissimo" lascia un po’ stupiti gli altri... ma voi capite fin troppo bene di cosa parlo... (Erika)”
“Per me è stato come svestire la mia identità e trovarne un'altra, più comoda, libera, autentica, è stato un ritorno alle origini … (Cristina)”
“Anche se siamo state delle piccole gocce nel mare delle necessità di quella splendida terra ABBIAMO RICEVUTO TANTO IN CAMBIO da tutti i Burkinabè grandi e piccini!!! (Donatella)”
“mal d'africa? ma no che dite si sta così bene in ‘sta città a lavorare e a respirare la durezza del primo mondo.....mannaggia...... nel cuore posso solo dire che la vita è meravigliosa, che il Burkina è meraviglioso, che Stone House è meravigliosa e che tutti voi, LO SIETE. (Silvia)”
“... mi manca quel mondo fatto di spontaneità e di emozioni, di semplicità da una parte, ma che ti costringe anche alla concretezza e alla pragmaticità dall'altra. Un mondo che, sento, mi ha dato tanto, più di quanto io possa aver dato a loro, al di là della solidarietà che mi ero proposta di portare. (Valentina)”
“I burkinabé sono un popolo ospitale ed allegro, in particolare i bambini ti regalano subito tutto ciò che hanno: un sorriso. Non possono far altro; i loro ventri sono gonfi dalla denutrizione, i loro vestiti laceri. Ma la tanta povertà materiale non fa che mettere ancora più in luce la ricchezza spirituale che traspare dai loro occhi. In più di un’occasione mi sono tornate alla mente le parole di Victor Hugo nei Miserabili: “Ho incontrato per via un giovane poverissimo … l’abito logoro … l’acqua gli passava attraverso le scarpe, e gli astri attraverso l’anima” (Francesco)”
RESOCONTO CAMPO DI LAVORO IN BURKINA FASO – Attività con i bambini e racconti dei partecipanti al campo
Attività con i bambini
Durante il campo di lavoro di agosto abbiamo suddiviso le nostre attività tra attività agricole, al mattino, e attività pomeridiane di animazione didattica con i bambini.
In questo periodo i bambini in Burkina sono in vacanza dalla scuola, questo per molti di loro significa che devono lavorare nei campi per aiutare la famiglia, o accompagnare gli animali a pascolare in luoghi dove non facciano danni per le coltivazioni. Nonostante questo, abbiamo potuto coinvolgere per un paio d’ore di attività i bambini che vivono più vicini al nostro centro Stone House. Hanno partecipato mediamente circa una cinquantina di bimbi.
I bambini del villaggio, a differenza dei bambini italiani, sviluppano fin da piccoli una grande autonomia per quanto riguarda la possibilità di muoversi in maniera indipendente. Spesso si vedono andare in giro da soli anche bambini molto piccoli. Già a sei/sette anni gli vengono affidati ruoli di responsabilità quali andare a pascolare le capre o prendersi cura dei fratellini più piccoli. Al contrario, questi bambini non hanno quasi mai la possibilità di disegnare liberamente, di utilizzare i colori, di esercitare la loro creatività e ricevono stimoli di tipo grafico/intellettuale quasi nulli. Anche la capacità di utilizzare strumenti come penne, matite, colori, è molto ritardata rispetto ai nostri bambini, che fin da piccoli hanno a disposizione moltissimi diversi materiali e strumenti per esprimere creatività e fantasia e vengono continuamente stimolati in questo senso.
Le nostre attività erano proprio orientate a creare questi stimoli, sempre utilizzando il gioco e la creatività: memory, domino tattile, domino con i colori, per stimolare la capacità logica e la memoria, mescolanze con le tempere per imparare i colori e come si ottengono, costruire un calendario per imparare i nomi dei giorni e dei mesi, stimolare la coscienza del proprio corpo e delle proprie emozioni, stimolare la sensibilità ambientale con attività creative, utilizzare le favole tradizionali e il teatro per attività educative, canzoni e filastrocche per divertirsi tutti insieme. Insomma, un programma molto ambizioso che avevamo preparato con cura insieme ai volontari prima della nostra partenza.
Il nostro lavoro è stato più che ripagato dai sorrisi e dall’interesse dei bambini che hanno partecipato con entusiamo, spesso concentratissimi e appassionati nello svolgere le attività proposte.
Durante il campo di lavoro di agosto abbiamo suddiviso le nostre attività tra attività agricole, al mattino, e attività pomeridiane di animazione didattica con i bambini.
In questo periodo i bambini in Burkina sono in vacanza dalla scuola, questo per molti di loro significa che devono lavorare nei campi per aiutare la famiglia, o accompagnare gli animali a pascolare in luoghi dove non facciano danni per le coltivazioni. Nonostante questo, abbiamo potuto coinvolgere per un paio d’ore di attività i bambini che vivono più vicini al nostro centro Stone House. Hanno partecipato mediamente circa una cinquantina di bimbi.
I bambini del villaggio, a differenza dei bambini italiani, sviluppano fin da piccoli una grande autonomia per quanto riguarda la possibilità di muoversi in maniera indipendente. Spesso si vedono andare in giro da soli anche bambini molto piccoli. Già a sei/sette anni gli vengono affidati ruoli di responsabilità quali andare a pascolare le capre o prendersi cura dei fratellini più piccoli. Al contrario, questi bambini non hanno quasi mai la possibilità di disegnare liberamente, di utilizzare i colori, di esercitare la loro creatività e ricevono stimoli di tipo grafico/intellettuale quasi nulli. Anche la capacità di utilizzare strumenti come penne, matite, colori, è molto ritardata rispetto ai nostri bambini, che fin da piccoli hanno a disposizione moltissimi diversi materiali e strumenti per esprimere creatività e fantasia e vengono continuamente stimolati in questo senso.
Le nostre attività erano proprio orientate a creare questi stimoli, sempre utilizzando il gioco e la creatività: memory, domino tattile, domino con i colori, per stimolare la capacità logica e la memoria, mescolanze con le tempere per imparare i colori e come si ottengono, costruire un calendario per imparare i nomi dei giorni e dei mesi, stimolare la coscienza del proprio corpo e delle proprie emozioni, stimolare la sensibilità ambientale con attività creative, utilizzare le favole tradizionali e il teatro per attività educative, canzoni e filastrocche per divertirsi tutti insieme. Insomma, un programma molto ambizioso che avevamo preparato con cura insieme ai volontari prima della nostra partenza.
Il nostro lavoro è stato più che ripagato dai sorrisi e dall’interesse dei bambini che hanno partecipato con entusiamo, spesso concentratissimi e appassionati nello svolgere le attività proposte.
Prossimi appuntamenti:
“LA LUNA DEL SAHEL” DICEMBRE 2009 GENNAIO 2010 BURKINA FASO
FESTIVAL DI MUSICA E DANZA TRADIZIONALE CAMPO DI LAVORO http://www.fratellidelluomo.org
FESTIVAL DI MUSICA E DANZA TRADIZIONALE CAMPO DI LAVORO http://www.fratellidelluomo.org
“L’Isola che c’è – 6° Fiera provinciale delle relazioni e delle economie solidali” 19 -20/9 COMO http://www.lisolachece.org/
“Festa per il 9° Anniversario di Stella Polare” 20/9 MONZA http://www.stella-polare.org/
“Volontariamo – 1° Fiera della solidarietà e degli stili di vita sostenibili” 11/10 Arcore MB
“Diversamente Ottobre” 11/10 Robbiate LC http://www.il-grappolo.org/
“Immagimondo 2009 – 12° Festival di Viaggi, Luoghi e Culture 17-18/10 LECCO
Mostra di pittura “Segni di terra africana” 20-25/10 Mezzago MB
Presentazione della mostra e delle attività dell’associazione Watinoma
Intervento musicale di Hado Ima Griot del Burkina Faso
Proiezione di video sul Burkina Faso - Africa 22/10 http://www.bloomnet.org/
Intervento musicale di Hado Ima Griot del Burkina Faso
Proiezione di video sul Burkina Faso - Africa 22/10 http://www.bloomnet.org/
Spettacolo “Incontriamo un Griot” con Hado Ima dal Burkina Faso 23/10 www.myspace.com/lanocclivemusic
Serata di beneficenza sul Burkina Faso “FESTA DEL 5°COMPLEANNO di WATINOMA 31/10 http://www.watinoma.info/
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